Apologia del fascismo05/07/2019 - DEPOSITATA LA MOTIVAZIONE DELLA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO DI ROMA CHE HA CONFERMATO LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI TIVOLI DI CONDANNA PER IL REATO DI APOLOGIA DEL FASCISMO. E’ stata depositata dalla Corte di Appello Di Roma la motivazione della sentenza pronunciata il 14 marzo 2019 con cui è stata confermata la sentenza del Tribunale di Tivoli di condanna degli imputati E.V., G.F. e L.P – in qualità rispettivamente di sindaco e assessori della giunta comunale di Affile – per il reato di apologia del fascismo ex art. 4 secondo comma l. 645/1952, per avere proposto, approvato e deliberato l’intitolazione del monumento sito nel parco Radimonte a Rodolfo Graziani e per avere organizzato una pubblica manifestazione per l’inaugurazione del predetto monumento.
Il deposito della motivazione della sentenza della Corte di Appello, che viene pubblicata sul sito della Procura per consentirne la lettura, conferma l'applicazione di pacifici orientamenti giurisprudenziali della fattispecie di apologia del fascismo che prevede, per quanto interessa, la reclusione da sei mesi a due anni per chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche. Scarica il file in formato PDF - 2940 Kb |
19/02/2018 - Comunicato stampa 2/2018. DEPOSITATA LA MOTIVAZIONE DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI TIVOLI DI CONDANNA PER IL REATO DI APOLOGIA DEL FASCISMO.
DEPOSITATA LA MOTIVAZIONE DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI TIVOLI DI CONDANNA PER IL REATO DI APOLOGIA DEL FASCISMO PER AVERE PROPOSTO, APPROVATO E DELIBERATO L’INTITOLAZIONE DEL MONUMENTO SITO NEL PARCO RADIMONTE A RODOLFO GRAZIANI E PER AVERE ORGANIZZATO UNA PUBBLICA MANIFESTAZIONE PER L’INAUGURAZIONE DEL PREDETTO MONUMENTO
E’ stata depositata dal tribunale di Tivoli la motivazione della sentenza pronunciata il 7 novembre 2017 con cui, confermando l’impianto accusatorio della Procura di Tivoli, sono stati condannati gli imputati E.V., G.F. e L.P – in qualità rispettivamente di sindaco e assessori della giunta comunale di Affile – per il reato di apologia del fascismo ex art. 4 secondo comma l. 645/1952, per avere proposto, approvato e deliberato l’intitolazione del monumento sito nel parco Radimonte a Rodolfo Graziani e per avere organizzato una pubblica manifestazione per l’inaugurazione del predetto monumento.
Questa Procura già in data 9 novembre 2017 aveva ritenuto di emettere un comunicato stampa per delineare la realtà dei fatti oggetto della sentenza, pubblicando anche sul sito della Procura la memoria depositata al Tribunale (www.procura.tivoli.giustizia.it/giurisprudenza.aspx?id_gruppo=443).
Il deposito della motivazione della sentenza, che viene pubblicata sul sito della Procura per consentirne la lettura, conferma che il Tribunale ha applicato pacifici orientamenti giurisprudenziali della fattispecie di apologia del fascismo che prevede, per quanto interessa, la reclusione da sei mesi a due anni per chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche.
Punto di partenza dell’iter logico-giuridico seguito dalla sentenza è la ricostruzione della struttura della fattispecie incriminatrice alla luce della rilevante giurisprudenza costituzionale e di legittimità. In estrema sintesi, il bilanciamento tra la tutela dell’ordinamento democratico repubblicano e la fondamentale libertà di manifestazione del pensiero impone che ai fini dell’integrazione del delitto di apologia del fascismo, la condotta apologetica provochi un concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista.
In ossequio alla suddetta giurisprudenza, la valutazione del compendio probatorio effettuata dalla Giudice ha riconosciuto l’integrazione di tutti gli elementi essenziali della fattispecie. In particolare, la sentenza ha accertato che: (a) Graziani è stato un esponente apicale del fascismo; (b) la natura istituzionale dei soggetti agenti (sindaco e assessori della giunta comunale), la collocazione topografica del monumento (sito in un parco pubblico) e le modalità dell’azione sono da considerarsi condotte celebrative di Rodolfo Graziani in termini tali da poter condurre alla riorganizzazione del disciolto partito fascista; (c) l’azione esaltativa è stata posta in essere pubblicamente; (d) sussiste il dolo generico richiesto dalla norma incriminatrice. Pertanto, gli imputati sono stati condannati rispettivamente a mesi 8 di reclusione e € 120,00 di multa per E.V. e mesi 6 di reclusione e € 80,00 di multa per G. F. e L. P.
Da ultimo, la sentenza ha rigettato la richiesta di sequestro e confisca del monumento in quanto il prodotto del reato non è l’edificio adibito a museo, bensì la sua intitolazione ad un esponente del fascismo. Parimenti, la Giudice ha rigettato la richiesta di confisca e distruzione della delibera di intitolazione per carenza di potere, trasmettendo pertanto il dispositivo al comune di Affile per l’eliminazione, anche in via di autotutela, degli effetti della predetta delibera.
Evitando ogni commento, in questa sede ci si limita a condividere le ragioni della condanna, riservando l’approfondimento, per l’eventuale impugnazione, su specifici e limitati punti della decisione.
Il Procuratore della Repubblica
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09/11/2017 - Comunicato stampa sul processo cd al memoriale Graziani. Pubblicazione sul sito web della Procura di Tivoli della memoria depositata dalla Procura al Tribunale a sostegno della richiesta di condanna. In relazione alla condanna inflitta dal Tribunale di Tivoli il 7 novembre 2017 nel cd. processo memoriale Graziani, preciso che la Procura della Repubblica di Tivoli, che ha visto accolte in gran parte le richieste avanzate, valuterà, come di consueto, l’eventuale impugnazione dopo la lettura delle motivazione della sentenza che sarà depositata entro 90 giorni.
In attesa della motivazione del Tribunale. per consentire di conoscere le ragioni che hanno convinto la Procura a chiedere la condanna ho disposto la pubblicazione della memoria depositata dalla Procura al giudice sul sito web della Procura http://www.procura.tivoli.giustizia.it/.
Gli interessati potranno leggere la ricostruzione dei fatti e la compatibilità del delitto contestato col quadro giuridico internazionale e i precedenti della corte costituzionale e della corte di cassazione.
Si affronta anche il delicato tema dei rapporti tra diritto primario di manifestazione del pensiero e reati di apologia configurabili non sulla base di mere opinioni espresse ma di specifiche condotte, avendo doverosamente la Procura seguito un’interpretazione del delitto costituzionalmente e convenzionalmente orientata.
ALCUNE BREVISSIME E SINTETICHE PRECISAZIONI
A) I reati per cui è intervenuta condanna riguardano, specifiche condotte contestate agli imputati, precisamente, in violazione dell’art. . 4 l. n. 205/1993 e 81 cpv. veniva esaltato pubblicamente l’esponente del fascismo Gen. Rodolfo Graziani:
a) perché il monumento o sacrario edificato (e finanziato) come dedicato al soldato, veniva dedicato al Gen. Rodolfo Graziani esponente del fascismo;
b) perché successivamente veniva organizzata una pubblica manifestazione per inaugurare il predetto monumento dedicato al gen Graziani.
Risulta dagli atti una lunga fase di preparazione e realizzazione di un parco con all’interno un sacrario al soldato o memoriale (con concessione di contributi regionali) da parte del Comune di Affile, senza alcuna menzione al Gen. Rodolfo Graziani. Poi, dopo otto giorni dall’ultimazione dei lavori, avvenuta il 13 luglio 2012, in data 21 luglio 2012, la giunta del Comune di Affile composta approvava una delibera con cui intitolava il sacrario o museo al Gen. Rodolfo Graziani (pag. da 16 a 26 della memoria).
Poco dopo, l’11 agosto 2012, veniva organizzata una manifestazione di inaugurazione del Parco e del sacrario alla “Memoria del Generale Rodolfo Graziani”;
B) la qualità di esponente del fascismo (secondo la legge ora citata) del Gen. Rodolfo Graziani non deriva da ricostruzioni storiche ma, tra l’altro, dal fatto che ricoprì l’incarico di Ministro della Difesa della repubblica Sociale Italiana tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945 (pagine 26 e seguenti memoria).
Il Procuratore della Repubblica
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